Questo mese abbiamo scelto di parlare di redesign di loghi.
Questo perché negli ultimi tempi ci siamo trovati a compiere questo tipo di progetto su diverse aziende; abbiamo notato che non sempre sono chiari i tempi né i motivi del perché fare un redesign del proprio logo ed eccoci qui a cercare di fare un po’ di ordine.
Non c’è una ricetta precisa.
Nè tantomeno una data di scadenza. Non è uno yogurt!
A volte capita che la necessità di riproporsi come nuovi sul mercato sorga internamente all'azienda; a volte invece siamo noi, in studio, a vedere che nel logo di sempre c’è qualcosa che non va: è un logo vecchio, non rappresenta più l’azienda e talvolta è anche mal progettato.
Quindi perché e quando fare un redesign del proprio logo e dell’immagine della propria azienda?
I motivi sono diversissimi e tutti validi allo stesso modo:
- perché si cambia assetto societario e l’azienda è stata ampliata o modificata e necessita di un restyling completo per proporsi sul mercato come una nuova realtà, più grande e più strutturata
- perché il campo da gioco del mercato nel quale l’azienda ha iniziato a lavorare è cambiato, sono arrivati nuovi giocatori e negli anni è sorto il bisogno di differenziarsi ulteriormente dagli altri competitors
- perché il logo attuale non rappresenta più la mission dell’azienda, magari perché col tempo ha modificato i prodotti e i servizi offerti
- perché si decide di riprogettare il sito web e di conseguenza può essere un'occasione per sistemare l’immagine aziendale
- perché si decide di investire sul futuro della propria attività, in ottica di una espansione prossima
I motivi sono diversi, ma anche i redesign sono diversi. Alcune aziende decidono di rinnovarsi totalmente, cambiando anche concretamente direzione e strategia; altre invece optano per dei cambiamenti più precisi e non troppi invasivi, rimanendo a livello aziendale la stessa realtà dando solo "una mano di bianco"... Facciamo qualche esempio.
Il colosso di Mountain View
Nato nel 1998, il motore di ricerca più utilizzato al mondo ha attraversato negli anni diversi redesign. Interventi più o meno invasivi, talvolta di rimozione delle ombre di profondità, talvolta di cambio di font, lo hanno di fatto spostato da un carattere graziato con ombre e tridimensionalità verso un logo bidimensionale introdotto nel 2015, con un carattere bastone progettato ad hoc.
l'evoluzione del logo di google
Il nuovissimo logo Volvo
Ne abbiamo parlato qualche settimana fa sulla nostra pagina Facebook. Comparso nei giorni scorsi sui social e sul sito della casa madre, il nuovo logo abbandona la vecchia tridimensionalità per un design minimal e piatto, eliminando il superfluo per dare valore all'essenziale. E pensare da dove era partito!
l'evoluzione del logo di volvo
Abbiamo visto cosa fanno le grandi aziende conosciute a livello mondiale, partendo dalla California e passando dalla Svezia. Torniamo qui e vediamo qualche esempio un po’ più da vicino.
Il redesign minimo di Evolution
Evolution è una società di collecting indipendente che si occupa dei compensi legati al diritto d’autore. Ci ha contattati qualche tempo fa con la richiesta di un nuovo sito e una nuova immagine, più fresca e nuova. Siamo quindi partiti dal redesign del logo, con un approccio discreto ma utile.
Il vecchio logo presentava diversi problemi progettuali: le terminazioni delle lettere arrotondate erano tutte diverse, c’era un’evidente disarmonia della lettera e, e i termini “collecting produttori musicali” inseriti nel logo come payoff erano poco chiari e risultavano di scarsa leggibilità in piccole dimensioni. Così siamo intervenuti sulle lettere “e” e “v”, abbiamo sistemato le terminazioni e optato per una riorganizzazione logica della chiusa: abbiamo fatto sparire “produttori musicali” lasciando solo “collecting”, seguendo di fatto una strada più diretta e coincisa. Interventi quasi minimi e chirurgici, ma decisamente efficaci.
il redesign "q.b." di evolution
Insomma, su un logo si può intervenire con un redesign che stravolge o con un redesign che propone interventi minimi. La scelta sta nell’intento: si sta facendo un restyling per prendersi più attuali senza cambiare direzione aziendale? O invece si ha l’intenzione di ampliare e modificare la propria proposta di mercato? E di conseguenza: serve una rivoluzione o semplicemente qualche aggiustamento? Ovviamente non esiste una risposta giusta, occorre valutare di progetto in progetto, svolgere ricerche di mercato, analizzare i competitors e definire una strada.
Ma senza dubbio rimangono fondamentali alcuni punti da perseguire sempre sia in fase di redesign che di nuova progettazione di un logo, come da insegnamenti di Massimo Vignelli, uno dei maestri della grafica italiana.
Bisogna sempre dare significato in modo sintetico e chiaro, perseguendo pulizia ed essenzialità.
Amen!